Le farfalle, come tutti gli insetti più evoluti, subiscono una metamorfosi completa.
Questo significa che le forme giovanili della farfalla non assomigliano affatto alla forma adulta.
Vediamo questo incredibile esempio di trasformismo al quale, se siamo fortunati, potremmo assistere. Il ciclo della farfalla è composto dai seguenti stati: uovo, larva o bruco, pupa o crisalide e adulto o immagine.
Come sono le uova delle farfalle? Piccolissime, misurano pochi millimetri e vengono deposte singolarmente come nel caso del macaone e podalirio, oppure in gruppetti di uova (chiamati ovature) nel caso delle cavolaie o delle vanesse delle ortiche. Quelle del macaone sono colorate di un bel giallo brillante che segnala ai potenziali predatori la velenosità del suo contenuto. Dopo qualche giorno dalla ovideposizione, le uova cambiamo colore e diventano nere: è il capo della larvetta che si forma dentro l’uovo che conferisce quel colore.
Compiutosi il tempo richiesto, il nascituro, con le sue potenti mandibole, crea un pertugio nell’uovo ed esce allo scoperto. E cosa fa questo minuscolo essere appena sgusciato? Si dà all’attività che lo accompagnerà per tutta la vita: inizia a mangiare. Il primo nutrimento della larva è l’uovo stesso. Per la precisione, la fonte prima di nutrimento è il rivestimento dell’uovo, chiamato corion, una sottile pellicola ricca di proteine necessarie allo sviluppo del giovane individuo.
Una volta che il nutriente corion è finito, il povero bruco sente che c’è ancora un buchino nello stomaco. Come riempirlo? Niente paura, mamma farfalla conosce bene i suoi pargoli e vi ha provveduto deponendo le uova in quella che abbiamo definito "pianta nutrice" (per esempio il finocchio selvatico nel caso del macaone). Il bruchetto, straziato dal languorino, come Hansel e Gretel comincia a sbocconcellare la casa di delizie, sacrificando pezzo a pezzo la pianta nutrice. Si riposa dal lavoro delle mascelle solo verso sera, quando la temperatura si abbassa, e anche quando deve cambiare il suo vecchio esoscheletro non più in grado di contenere quello che è diventato un corpo over size (fenomeno della muta). Di pasto in pasto il bruco ne fa di strada, da larva neosfarfallata a larva matura il peso aumenta di 30.000 volte!
Dopo aver vissuto mangiando, i nostri passano alla fase due della loro vita: la pennichella dopo pranzo! Per riposarsi adeguatamente le nostre "farfalle non ancora farfalle" si trasformano mutando completamente d’aspetto e diventando crisalidi. Una pennichella degna di questo nome richiede immobilità, ricovero e protezione. Ed è per questo che le crisalidi (chiamate anche pupe) stanno immobili o quasi (alcune possono fare qualche piccolo movimento) e possono riposarsi appese con la testa verso il suolo, come fanno, per esempio, le vanesse dell’ortica. Il nostro macaone invece preferisce "imbragarsi" con un filo di seta che lo cinge sopra la pianta. Le crisalidi delle farfalle diurne sono anoiche (letteralmente "senza casa") cioè prive di protezione mentre quelle delle farfalle notturne (dette anche falene) sono evoiche, sono cioè fortunate possidenti di una "bella casetta", costruita intorno a un bozzolo di seta per proteggere il loro "meritato" sonno.
Eccoci arrivati alla fase conclusiva della metamorfosi: le farfalle che con la loro bellezza ed eleganza puntano direttamente al cibo degli dei: il nettare dei fiori. Ed ecco spiegato il loro volteggiare tra i campi: volando di fiore in fiore non vogliono riempire il nostro cuore di poesia, ma piuttosto il loro stomaco che brontola. Saziata la pancia, si rivolgono a nuovi piaceri non più solitari e si mettono alla ricerca del partner. Le femmine si pongono spesso sopra un ramo e iniziano a rilasciare nell’aria una sorta di filtro d’amore. Queste sostanze, chiamate feromoni sessuali, sono così potenti da far innamorare centinaia di maschi in un’area di diversi chilometri. Ammaliati dal profumo, i maschi iniziano a volare contro vento per raggiungere la fonte del piacere. Una volta giunti in prossimità della futura compagna, danno inizio a una danza di corteggiamento che ben si addice al loro leggiadro aspetto. Il maschio comincia a volare in alto e a perdersi nel blu del cielo inondato dal sole. La femmina, rapita da questo comportamento, lo segue e insieme toccano le vette più alte per poi discendere velocemente fino a quasi radere il suolo. Queste ascensioni e queste rapide discese vengono effettuate in coppia, secondo movimenti paralleli e simultanei equiparabili a una vera e propria danza. Soltanto alla fine di questo volo nuziale i due innamorati coronano il loro sogno d’amore. Passati diversi giorni, le femmine cercano un altro finocchio selvatico dove deporre le uova, ricominciando ab ovo quel ciclo che perpetua il miracolo della vita.